Un té con il Professor Carver
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Foto via The Irish Time
Haruki Murakami e Raymond Carver si sono incontrati di persona una volta sola, informalmente, conversando davanti a una tazza di tè; eppure il romanziere giapponese che di Carver era traduttore, lo ha sempre considerato il suo insegnante più prezioso, il suo migliore amico letterario.
Carver rievoca questa chiacchierata in una sua poesia, “Il Proiettile”, che in linea con lo stile essenziale e ficcante dell’autore, potremmo anche definire un racconto breve.
La poesia inizia così:
Sorseggiavamo il tè. Tra una raffinata riflessione e l’altra
sulle probabili ragioni del successo
dei miei libri nel tuo paese. La conversazione
cadde sul dolore e l’umiliazione,
che tu trovi sempre ricorrenti
nelle mie storie. E sull’elemento
della pura casualità. E su come tutto ciò si traduca
in termini di vendite.
[…]
Nonostante avesse insegnato scrittura creativa per molti anni Carver, ogni tanto, dubitava che si potesse insegnare a scrivere ma mai ha dubitato che a scrivere si potesse imparare. Dopotutto lui stesso, studente mediocre, figlio di un operaio di segheria, era riuscito a scrivere poesie apprezzate dai critici più severi – il Daily Telegraph di Londra lo ha definito il maestro del racconto americano moderno – e saggi rivelatori sulla sua vita, il lavoro, il mondo.
I suoi studenti, i suoi “amici letterari” come Murakami lo ha definito, non hanno però mai avuto dubbi sulle doti di Carver come prezioso insegnante di scrittura. Jay McInerney, suo allievo all’Università di Syracuse ricorda:
“Ray ha avuto un effetto decisivo su un gran numero di studenti. Di sicuro ha cambiato la mia vita in modo definitivo e ho sentito anche molti altri dire la stessa cosa. Ancora oggi mi chino in avanti con la testa girata da una parte per cercare di sentire la sua voce”.
Kenneth Inadomi, allievo di Carver all’Università di California a Santa Cruz, dice di lui:
“In classe con Ray uno studente si sentiva sempre apprezzato, valorizzato al punto di voler ritentare, magari fino a raggiungere la perfezione. E non è forse questo il massimo che si può chiedere a un insegnante – un sincero incoraggiamento per migliorarsi, per affinare i propri strumenti espressivi fino a raggiungere l’effetto desiderato?”
Carver, a sua volta, era stato uno studente di scrittura creativa prima al Chico State College in California, poi all’Humboldt State College e, infine, al prestigioso Iowa Writer’s Workshop. Uno dei suoi insegnanti al Chico State, divenuto suo mentore, era stato lo scrittore statunitense John Gardner, morto prematuramente in un incidente motociclistico all’età di quarantanove anni.
Durante tutto l’arco della sua carriera di scrittore Carver aveva sentito lo sguardo di Gardner che lo controllava da sopra la spalla mentre scriveva, approvando o disapprovando certe parole, frasi o strategie narrative.

Foto via The Paris Review
Ricordando il modo con cui John correggeva i suoi manoscritti Carver racconta che il suo insegnante gli offriva una “critica ravvicinata, riga per riga, ma non si limitava a questo, rivelava anche le ragioni di quella critica, “il perché una cosa doveva essere scritta in un modo piuttosto che in un’altra”. Gardner era stato un buon insegnante di scrittura creativa perché era per Carver una coscienza letteraria, una voce critica e amichevole che ti parla all’orecchio.
Forse per questo Carver nei suoi corsi non era mai scoraggiante con i suoi allievi. Il mondo era già pieno di cose scoraggianti per chi voleva diventare scrittore contro ogni pronostico. La critica come la narrativa per lui era un atto di empatia. Un mettersi nei panni dell’altro.
Ci si mette nei panni di colleghi, insegnanti, scrittori a cui non solo è possibile chiedere un’opinione diretta e sincera, ma a cui farà piacere vedere se avete scritto qualcosa di bello e vero e che resteranno delusi se ciò non è accaduto […] con un po’ di fortuna imparerete anche voi a tenere la rotta orientandovi con le stelle.*
Ray riconosce che scrivere è difficile e che gli scrittori hanno bisogno di tutto l’aiuto e il sincero incoraggiamento che possono procurarsi.
Quando il 21 ottobre 2016 ho messo piede nell’aula 22 della Scuola Holden di Torino ho pensato immediatamente che non ce l’avrei mai fatta e sentito immediatamente che invece, si. Avrei potuto farcela pure io.
Oggi, quattro anni dopo, sento la voce critica e amichevole dei miei insegnanti e compagni di corso suggerirmi che devo continuare a provare.
Se riesco saranno felici di leggere qualcosa di bello e vero scritta da me.
- Orientarsi con le stelle Minimum Fax, (include la raccolta di poesie Blu oltremare, con Il proiettile)
- Il mestiere di scrivere Einaudi Super ET
* da “Steering by the Stars” prefazione di Raymond Carver a una delle antologie annuali in cui il Dipartimento di Inglese dell’Università di Syracuse raccoglie il meglio della produzione degli studenti in Scrittura Creativa